Racconti di Miriam Carnimeo

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:: L'uomo nero

Inserito il 01 marzo 2010
L'uomo nero ha sempre avuto mani vanitose, ciondolavano stanche all'inizio, stremate dalle fuliggine e dagli acidi che gli corrodevano la pelle fino alle ossa. Di notte però cambiavano, alla luce della luna gli sembravano di nuovo belle, con armoniche dita dipingere paesaggi sempre verdi, di quelli che non conoscono stagioni, se non quella che risponde ogni giorno con la vita alla morte pressante di ogni sogno colpito a morte.

Il mattino come una ruota sempre uguale ricominciava identico, i minuti scanditi da azioni meccaniche. Cominciava in bagno con l'acqua che doveva svegliarlo da un sonno troppo corto e terminava con il chiudersi in un cappotto sottile, troppo leggero da sopportare, per un freddo d'aria che lo soffocava di polvere e ghiaccio.

Aveva preso l'abitudine di contare i suoi passi, guardava le sue orme tracciare un percorso che, girata la testa, gli recava conforto: stava ancora camminando, era ancora vivo e quelle tracce erano testimoni di un esistenza vissuta nel vuoto dei fumi che macchiavano il suo volto fino a nascondergli la faccia.

Aveva tre figlie femmine, la più piccola non riusciva a guardarla, perché da sempre desiderava un figlio maschio nell'illusione di sentirsi eterno in un cognome che... [LEGGI]



:: La camicia bianca

Inserito il 13 febbraio 2010
Una camicia bianca sporca tra le braccia, lo sguardo fisso su un muro che puzzava, ora appesantito da schizzi di sangue fresco, di un rosso viscerale, di una densità che, a paragone, era simile ai colori ad olio di mio padre, così preziosamente conservati nella loro scatola di legno. Le porte allora si chiudevano in fretta, le urla si strozzavano tra cuscini e lenzuola di cotone, i miei occhi in grosse mani dai pugni stretti, colpire, colpire, senza controllo un corpo che mai sarebbe riuscito ad opporsi, nè pregando o imprecando. Una notte rimasi sola con quella camicia, lui comparve per ultimo, sentii il suo passo avvicinarsi, solo un ombra dalle mani pesanti a cui io non risposi. Mi alzai e andai in cucina. Era seduto di fronte al tavolo, con la testa tra le mani, lo vidi piangere, sfregarsi più volte le mani sulla fronte, digrignare i denti, guardarsi intorno come se non riconoscesse nulla, poi me, guardò me con quella camicia sporca di sangue in mano. Chiuse gli occhi, poggiò la testa sul tavolo e senza voltarsi mi allungò il suo braccio, io lo afferrai "se non riesci a dormire pensa al mare", mi disse."Pensa a quanto è profondo e dormi".

Da quella notte ogni volta che mio padre picchiava le sue donne, io correvo sulla spiaggia, superavo la distesa di sabbia bagnata, oltrepassavo la scogliera e ritrovavo serenità... [LEGGI]



:: Cerchi di fumo

Inserito il 05 febbraio 2010
L’ennesima partenza nel viaggio di una vita...

Ancora abbracciata alla notte, guardo i primi occhi di luce venir fuori dal morbido grigiore.

I sassi della strada sono ancora illuminati dalle stelle basse ed i neon riflessi sui piccoli tavolini, lasciano spiare scarpe rosse di donne dietro muretti e finestre crepitanti di fuochi e coperte avvolgenti. La pioggia lucida di specchi, ondeggia su figure di ombrelli dietro porte che chiudendosi fanno vibrare l’acqua rimasta a guardare.

C'è una donna affacciata ad un balcone, si muove vibrante al ritmo del vento, con capelli, erba e fiori, che si muovono nello stesso movimento.

Fa muovere il suo piede attraverso una ringhiera per stendere bene una gamba, dopo tanto cammino il vento le arrossa la faccia con un sorriso senza fretta, sagome e contorni, persi, tra l'ombra scura dietro di se di un abbraccio ed un tuffo... [LEGGI]



:: A cuore aperto

Inserito il 15 gennaio 2010
L’apertura palpita.
Una grossa ferita come occhio si lascia notare.

Da quanto tempo è li?
Ripulita dalle pause da me stessa, e nei brevi momenti di luce.
Verrebbe voglia di coprirla o ricucirla, ma la posizione ed il suo ricordo hanno reso ormai possibile l’anomala geografia del cuore.

Chiudere gli occhi ma ricordandosi del respiro, del getto fresco di un bacio, la pressione leggera di una carezza.
Compiere salti nel buio, l’agile anima sollevarsi dagli inganni, sfumare dal rosso sangue al blu cobalto di un nuovo cielo.
Strapparsi con un taglio preciso dallo ieri per riaprirsi all’oggi, quello che è stato ormai chiuso, dietro una finestra, dentro una casa, che odora di un niente dimenticato... [LEGGI]


Info autore

Autore: Miriam Carnimeo - Italia.
I racconti e scritti appartengono alla sua legittima proprietaria e sono stati pubblicati su Shiningarden per gentile concessione dell'autrice.
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