Metamorfosi di un'ossessione - Racconto

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Crediti: Giorgia Pallaro

Quella che sto per raccontarvi non è una storia a lieto fine. Pregai Dio mille e ancora mille notti perché lo fosse. Quello che mi resta è provare ad uscire dal vortice delle sue conseguenze schiudendo le mie labbra, a lungo serrate, lasciando sfiatare la pressione accumulata.

È una di quelle storie con un apertura di sipario scontata: lui, timido e incompreso; lei, splendida e sovrannaturale: insomma "la Bella e la Bestia". Proprio un aggettivo indovinato: "sovrannaturale"! C'era una sorta di incantesimo, qualcosa che né l'uno né l'altro riuscivano a comprendere, che intrecciava tacitamente i percorsi dei loro passi. L'energia che si sprigionava, nei loro brevi incontri, era qualcosa paragonabile alla nascita di una stella, un amplesso di luci e calore; la forza con la quale l'incantesimo si ruppe: la nemesi, proprio di quella stella. Tutto improvvisamente si ricoprì di una patina opaca di fuliggine, come di polvere. Era come se nevicassero pennellate di vernice nera e grigia, a lavare via il colore, le emozioni, i ricordi. No quelli no, quelli lavarli sarebbe stato impossibile, li avrebbe portati incatenati all'anima per sempre. Le droghe non fecero che consolidare quegli anelli, mutando i ricordi felici in demoni persecutori. Ora "la bestia" incominciava ad assumerne forma fuori di metafora. L'ossessione di quei giorni stava letteralmente ingoiando la sua umanità, tutta in un boccone. La metamorfosi era inarrestabile, dentro e fuori. Il peso delle conseguenze era insostenibile, anche per l'apatia comatosa di questo nuovo stato animalesco. Ogni tentativo di trovare una soluzione era un dito premuto su un grilletto di una pistola a tamburo, un giro di caricatore. Fino a quando questa disperata roulette russa sparò una cartuccia nel cranio ottenebrato della bestia: era la fine? O erano inizi, semplicemente senza alcuna fine?

Si era scelto il suo destino, il suo supplizio. Avrebbe trascorso i suoi giorni mendicando, quasi da eremita, elemosinando qualche spicciolo o una dose in cambio di una storia, questa stessa storia che voi, ora, state ascoltando.

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Scritto da Andrea C., 09 luglio 2011
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