Lyceum di Chiara Santoianni

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Recensione

Il liceo è un'esperienza che condividiamo in molti: nel bene come nel male è un periodo che si marchia a fuoco nella nostra memoria e che forse un po' ci mancherà una volta catapultati nella vita adulta.
Gli anni dell'adolescenza: le ribellioni e gli ammutinamenti, le amicizie segrete e gli amori sbandierati per suscitare invidia e ammirazione. I disservizi della scuola, i professori antipatici e le visite guidate dal preside: quante sono le meraviglie che potremmo tirare fuori dal nostro cappello liceale?
Chiara Santoianni, nel suo libro Lyceum, ha deciso di ripercorre quel percorso, di rimettere in gioco i suoi ricordi di liceale negli anni '80. Quali differenze e similitudini con la scuola superiore di oggi?
Lezioni, assemblee di classe, scioperi, gite e il tanto temuto esame di Maturità, inossidabile spartiacque tra i ragazzi di ieri e gli adulti di domani: tante differenze, tante similitudini.
Lyceum racconta in modo semplice e ironico le esperienze di una diciassettenne in uno "storico" liceo classico napoletano e si presenta come coraggioso esperimento di una nuova editoria print on demand.

... Quando arrivai per la prima volta all'Umberto, venerdì 17 settembre 1981 (per i tre anni del liceo ebbi l'abilità di cominciare la scuola sempre il 17), lo stavano ristrutturando per i danni causati dal terremoto del 1980.
I primi tempi, non lo posso negare, furono molto duri. Non avevamo vetri alle finestre. Questo, che a settembre non costituiva ancora per nessuno motivo di preoccupazione, diventò più in là uno spinoso problema: eravamo costretti, verso Natale, a fare lezione con cappotto, sciarpa, guanti e cappello, mentre una gelida brezza entrava e usciva dai buchi al posto delle vetrate.

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