:: Fuga di ombre
Inserito il 01 marzo 2010
La cecità! Sarebbe un sollievo per me ora?
Appena sveglio ho accostato di nuovo l'orecchio alla finestra, per sentire le voci del mare.
La stanza dove abito è tutta un pullulare buio di ombre, che sfilaccia la solidità delle pareti.
È una strana giornata di ardori spenti.
Se ripenso all'inizio, a come tutto è proseguito dopo, penso che sarebbe inutile accecare di bianco le mie pupille.
Intorno a me un sentore di vita salmastra gocciola sui muri.Appena sveglio ho accostato di nuovo l'orecchio alla finestra, per sentire le voci del mare.
La stanza dove abito è tutta un pullulare buio di ombre, che sfilaccia la solidità delle pareti.
È una strana giornata di ardori spenti.
Se ripenso all'inizio, a come tutto è proseguito dopo, penso che sarebbe inutile accecare di bianco le mie pupille.
La prima notte dopo la partenza di Carmen fu una notte di preveggenza. Ma io ignorai i segnali di quella sera d'agosto, scavai ostinatamente tra il ciarpame accumulato nei quindici anni della nostra convivenza: cercavo solo una traccia che mi guidasse fino al centro delle sue ragioni.
Sbarrate le imposte di legno per tenere fuori i rumori della strada, nel silenzio mi sembrava di soffrire meno.
Forse per un istante riuscii anche ad assopirmi.
Il cuore mi rimbombava dentro sempre più veloce, inseguendo le orbite di pensieri maligni.
Ce n’era uno con la punta velenosa.... [LEGGI]
:: Madonna di strada
Inserito dicembre 2009
Sul mio corpo ruderale non cresce l’erba. Con questa consapevolezza, stamattina, mi sono insinuato di nuovo nei vicoli stretti di una città qualsiasi affacciata sul mare.
Dentro ho l’ansia furiosa che cerca madonne antiche, di cappella in cappella, per strappare una grazia.
Sto frugando tra i miei pensieri, nell’acqua sporca di ieri dove le donne lavavano i panni sporchi, strofinando pezzi squadrati di sapone, così grossi da enfiarmi la pelle fresca di bucato.
Nella Chiesa del Carmine c’è un’aria stagnante di incensi, imputridita di litanie ripetute a bassa voce.
Quando varco la soglia soprannaturale divento serio, l’ho imparato da mia madre, ma non ho ancora imparato a segnarmi: è un gesto talmente strano, come salutare un morto.
Invece mi piace sedermi tra i banchi di legno, perché mi accascio e sonnecchio reggendomi la testa tra le mani... [LEGGI]
Dentro ho l’ansia furiosa che cerca madonne antiche, di cappella in cappella, per strappare una grazia.
Sto frugando tra i miei pensieri, nell’acqua sporca di ieri dove le donne lavavano i panni sporchi, strofinando pezzi squadrati di sapone, così grossi da enfiarmi la pelle fresca di bucato.
Nella Chiesa del Carmine c’è un’aria stagnante di incensi, imputridita di litanie ripetute a bassa voce.
Quando varco la soglia soprannaturale divento serio, l’ho imparato da mia madre, ma non ho ancora imparato a segnarmi: è un gesto talmente strano, come salutare un morto.
Invece mi piace sedermi tra i banchi di legno, perché mi accascio e sonnecchio reggendomi la testa tra le mani... [LEGGI]